domenica 29 marzo 2020

Verifica: Il contesto di nascita della sociologia e i padri fondatori

p.308 n.1

  1. Per Tònnies nella “società” tendono a prevalere rapporti di natura utilitaristica. Vero 
  2. Secondo Pareto, le azioni umane non sono sempre logiche. Vero
  3. Durkheim è il principale ispiratore delle cosiddette “sociologie comprendenti”. Falso, perché il principale ispiratore du Weber 
  4. Secondo Park, l’ampiezza della popolazione urbana favorisce il controllo sociale nei confronti delle condotte devianti. Falso, perché secondo park l'ampiezza della popolazione urbana favorisce l'affermarsi di condotte devianti e comporta l'affermarsi di condotte anticonformiste.

n.2 

a= B
b= C

n.3 
  1. Per Weber, modello interpretativo elaborato del ricercatore tipo ideale 
  2. Per Pareto, razionalizzazione addotte dagli individui a sostegno della loro condotta derivazioni

n.4

  1. August Comte individua la "legge dei tre stadi". Il primo è lo stadio teologico, in cui i fenomeni naturali e storico-sociali concepiti come frutti dell'azione divina, é il prodotto diretto dell'azione divina. Nel seguente stadio metafisico, prevale imvci la tendenza a sostituire gli dei con entità astratte. Infine nello stadio positivo quello a cui, secondo Comte; l'umanità è giunta, l'uomo perviene a una conoscenza scientifica dei fenomeni.
  2. Secondo Comte, la fisica sociale potrà consentire a politici e legislatori di pianificare scientificamente la loro attività e di riorganzzare su base su base razionale la società. Il dominio intellettuale e sociale della scienza permette di unire il genere umano sulla base di valori comuni e condivisi. Comte, verso la fine della sua vita, arriva ad annunciare l'avvento di una nuova religione "laica", in cui l'Umanità sarà il nuovo "essere supremo”.  La fisica sociale si divide in: statica sociale: che studia la struttura del sistema sociale e le relazioni esistenti tra le sue parti; dinamica sociale: che invece studia lo sviluppo del sistema.
  3.  L’ideologia è per Marx la rappresentazione falsata della realtà che viene elaborata dai membri di una classe sociale per diffondere i propri interessi ed il proprio operato, ma presentata come una verità oggettiva e universalmente condivisibile. Per esempio i moderni teorici della borghesia, infatti, considerano la proprietà privata come naturale.
  4. Lui cerca di leggere il fenomeno delle morti volontarie come un fatto eminentemente "sociale".  Noi pensiamo che le persone si uccidano per situazioni e moventi di tipo personale. Secondo Durkheim, si trasformano in "cause suicidogene". 
  5. Per Weber le "azioni affettive" sono azioni che nascono da semplici bisogni emotivi del soggetto. Le azioni affettive fanno parte delle quattro azioni sociali che lui ha identificato: azioni strumentali, azioni morali, azioni affettive e azioni tradizionali.

n.5

I padri fondatori della sociologia sono:

  • Comte; lui viene considerato il padre del Positivismo e della sociologia. Comte ritiene che l'umanità sia giunta al momento dell'affermazione dello spirito scientifico, definito positivismo.  Per spiegare, lui enuncia la "legge dei tre stadi" facendo riferimento alla conoscenza umana e al suo tentativo di spiegare la realtà fisica e sociale.  
  • Marx: Lo studioso ha individuato la storia dell’umanità come un evento materiale i cui attori sono gli esseri umani,, in cui gli uomini sono impegnati a produrre beni necessari per soddisfare i propri bisogni. 
  • Durkheim: Ha contribuito alla nascita della sociologia con lo studio sul suicidio. Per Durkheim la fonte principale di questa distorsione è la tendenza, propria del senso comune, a spiegare i fatti sociali in termini individuali. Per lui, bisogna partire dalla società con le sue istituzioni, che trascende l'individuo e gli sopravvive, si tratta di riconoscere che sull'individuo operano "tendenze collettive" in grado di giudicare le sue azioni e i suoi pensieri.
  • Weber: Weber accoglie l'idea della specificità delle scienze umane: ovvero, non si occupano di 'cose" o di strutture sociali, ma di azioni umane, che rimandano a un soggetto cosciente, in grado di compierle intenzionalmente e di dare loro un certo significato. L'oggetto della sociologia, secondo lui, sono le «azioni sociali», cioè i comportamenti individuali che  hanno un significato sociale dal punto di vista soggettivo, cioè che sono influenzati dalla presenza di altri individui o da ciò che il soggetto agente si aspetta da loro. 
  • Park: Lui riconosce nell'urbanizzazione nuove realtà che hanno creato nuovi ‘tipi’ di umani e di dinamiche razionali. Per esempio la divisione del lavoro ha creato nuove figure professionali.
  • Pareto:  Per Vilfredo Pareto, la sociologia è un corpus di concetti e dottrine che riguardano la società, il diritto, la morale e la politica. Il fulcro per Pareto è l'agire umano, che  classifica in modi diversi. 

n.6

Un'azione "non-logica" non significa ritenerla priva di significato:

  • in primo luogo: la distinzione tra logico e non-logico è  un'astrazione, poiché, nelle situazioni concrete i due tipi di azione sono spesso mescolati; 
  • in secondo luogo: anche le scelte non-logiche, hanno un fondamento anche non essendo l'esito di un ragionamento: esse scaturiscono "residui", cioè  stati emotivi  a cui la natura umana obbedisce, e dalle "derivazioni.

Secondo Parete, è impossibile comprendere il mondo sociale senza tenere conto delle azioni non-logiche e dell'universo simbolico in cui esse fanno le loro radici.

venerdì 27 marzo 2020

La scuola di Chicago

Nel 1892 a Chicago viene fondata l'università, dove nasce il primo Dipartimento di sociologia degli Stati Uniti. Qua prende forma la prima vera riflessione sociologica sulla città. 
La Scuola di Chicago faceva capo a due sociologi in particolare: William Thomas e Robert Park. 
A causa dello stretto legame che unisce la nascita della sociologia alla società industriale e questa allo sviluppo della civiltà urbana, si può dire che la città costituisce un oggetto della ricerca sociologica. 
Gli studiosi si concentrano sulla peculiarità del "vivere" urbano.
Park dice che anche i fenomeni sociali debbano essere compresi in relazione ai meccanismi di competizione, selezione e adattamento che sono alla base del rapporto tra gli organismi e il loro ambiente: questa prospettiva viene detta "ecologia umana". Secondo Park, anche la città va studiata in questo modo. 
Nel saggio "La città: indicazioni per Io studio del comportamento umano nell'ambiente urbano", lui si interroga in particolare sulla direzione che il modo di vita urbano imprime ai comportamenti umani e alle relazioni tra gli individui. 
Da un lato, nota come la divisione del lavoro conseguente all'urbanizzazione abbia creato nuove figure professionali e nuove istituzioni e organizzazioni che sostituiscono le tradizionali reti di relazione tra le persone. 
Dall'altro lato, afferma che l'ampiezza della popolazione urbana comporta una grande eterogeneità e l'affermarsi di condotte anticonformiste.

Un altro aspetto che lui vuole precisare è il seguente: I diversi tipi umani che vivono nella città tendono a dare vita a tanti piccoli "mondi" sociali, fisicamente vicini tra loro ma culturalmente distanti. 
Pareto: l’agire umano tra logica e non-logica 

Per Pareto la sociologia non è una disciplina specifica e distinta, ma un corpus di concetti e dottrine che riguardano la società, il diritto, la morale e la politica. Il fulcro per Pareto è l'agire umano, che  classifica in modi diversi. 
Secondo lui, italiano le azioni umane sono:
  • logiche, cioè azioni in cui la connessione tra "mezzi" e "fini" presente nella mente del soggetto ha una rispondenza oggettiva nella realtà, 
  • non-logiche, cioè azioni in cui questa rispondenza manca. 
Un'azione "non-logica" non significa ritenerla priva di significato:
  • in primo luogo: la distinzione tra logico e non-logico è  un'astrazione, poiché, nelle situazioni concrete i due tipi di azione sono spesso mescolati; 
  •  in secondo luogo: anche le scelte non-logiche, hanno un fondamento anche non essendo l'esito di un ragionamento: esse scaturiscono "residui", cioè  stati emotivi  a cui la natura umana obbedisce, e dalle "derivazioni.
Secondo Parete, è impossibile comprendere il mondo sociale senza tenere conto delle azioni non-logiche e dell'universo simbolico in cui esse fanno le loro radici.

Può succedere, dice Pareto, che un'azione non-logica compiuta dal soggetto per un determinato scopo si riveli in realtà funzionale al conseguimento di un altro obiettivo, non intenzionalmente perseguito dall' individuo ma logicamente implicato nella sua scelta. 

Weber: la sociologia come studio delle azioni sociali 

L' opera di Max Weber può essere interpretata come il tentativo di superare questa opposizione tra la concezione positivista  della sociologia e i nuovi modelli interpretativi che provenivano dalla cultura tedesca.
Da quest'ultima Weber accoglie l'idea della specificità delle scienze umane: ovvero, non si occupano di 'cose" o di strutture sociali, ma di azioni umane, che rimandano a un soggetto cosciente, in grado di compierle intenzionalmente e di dare loro un certo significato. 
L'oggetto della sociologia, secondo lui, sono le «azioni sociali», cioè i comportamenti individuali che  hanno un significato sociale dal punto di vista soggettivo, cioè che sono influenzati dalla presenza di altri individui o da ciò che il soggetto agente si aspetta da loro. 

Le tipologie dell’azione sociali 

  • azioni strumentali: azioni che l'individuo decide di compiere in vista di un determinato scopo;
  • azioni morali: quando il soggetto sceglie una certa azione guidato da un principio etico oppure da un valore; 
  • azioni tradizionali: si tratta di azioni che riflettono abitudini  o regole sociali seguite in modo automatico;
  • azioni affettive: le azioni nascono da semplici bisogni emotivi dell'individuo. 

La dottrina del “tipo ideale “

La necessità di interpretare i fenomeni sociali come il risultato dell'agire umano e del senso che gli individui danno alle azioni proprie e altrui non implica tuttavia, per Weber, la rinuncia al compito proprio di ogni conoscenza scientifica. Le scienze naturali adempiono a questo compito riconducendo i singoli fenomeni alle leggi universali che li governano.
Le scienze umane, invece si occupano della costruzione di tipi ideali, cioè di modelli interpretativi generali, che il ricercatore elabora selezionando o accentuando aspetti di questa realtà, al fine di creare una configurazione coerente. 
Weber può parlare di "borghesia" o di "economia cittadina"  sapendo che nella realtà concreta la fisionomia dei singoli individui appartenenti alla borghesia o alle diverse economie urbane non è uniforme, e che ognuno di loro può presentare tratti diversi ed eterogenei. Il tipo ideale funziona  come un modello di riferimento rispetto al quale inquadrare i singoli casi è utile per stabilire confronti e correlazioni, analogie e le eventuali differenze tra i fenomeni ricercati.
Il "tipo ideale può essere utilizzato anche in rapporto alla classificazione delle azioni sociali. Solo astrattamente, esistono azioni "soltanto" morali, azioni "soltanto" strumentali.
Le concrete scelte degli individui sono quindi una mescolanza di queste diverse categorie.






La lettura weberiana della modernità 


Weber cerca di interpretare il cambiamento che ha investito la società occidentale a partire dall'età moderna, e che lui chiama "razionalizzazione". Lui intende affermare, la consapevolezza che "tutte le cose possono essere dominate dalla ragione", ovvero che "se solo lo si volesse, si potrebbe sempre giungere a conoscenza".
Questo si affianca a ciò che Weber definisce disincantamento del mondo, cioè al venir meno degli aspetti magici e religiosi della vita.
Secondo Weber, il processo di razionalizzazione ha modificato  l'esistenza umana, conducendo a un'organizzazione della vita sociale fondata su criteri di razionalità ed efficienza.
Alcuni esempi sono:


  • lo sviluppo della scienza e della tecnologia
  • la nascita della burocrazia  
  • l'affermazione dell'economia capitalista
Durkheim: il primato del sociale sull’ individuale 

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Per Durkheim la fonte principale di questa distorsione è la tendenza, propria del senso comune, a spiegare i fatti sociali in termini individuali. Per lui, bisogna partire dalla società con le sue istituzioni, che trascende l'individuo e gli sopravvive, si tratta di riconoscere che sull'individuo operano "tendenze collettive" in grado di giudicare le sue azioni e i suoi pensieri.

Gli studi del suicidio 

Il suicidio. Studio di sociologia. Lui cerca di leggere il fenomeno delle morti volontarie come un fatto eminentemente "sociale".  Noi pensiamo che le persone si uccidano per situazioni e moventi di tipo personale. Secondo Durkheim, si trasformano in "cause suicidogene". Durkheim distingue questo proposito in tre condizioni fondamentali:

  • quando l'integrazione sociale è debole e l'individuo finisce per far capo solo a se stesso, affermando"l'io individuale a danno di quello sociale", si verifica il cosiddetto suicidio egoistico.
  • quando l'individuo fatica a trovare la propria individualità e ripone la propria essenza in un valore collettivo più alto, si ha il suicidio altruistico
  • quando viene meno il potere morale della società di disciplinare le passioni dell'individuo, chiamato suicidio anomico

Una strategia di difesa: l’appello alla solidarietà “organica”

Secondo lui, sugli individui operano "tendenze collettive" per attuare misure preventive nei confronti dei suicidi: è dunque promuovere la coesione sociale e rafforzare la coscienza collettiva. Realizzare questo è semplice nelle società preindustriali, caratterizzate da quella che Durkheim chiama solidarietà meccanica, fondata sulla somiglianza di tutti i membri della comunità a un tipo sociale unico, e quindi sull'esistenza di individui "indifferenziati".

La questione delle società complesse è più complessa, perchè l'alto grado di differenziazione degli individui indebolisce la coscienza collettiva. Nelle società complesse è possibile un nuovo tipo di coesione, definita solidarietà organica fondata sulla conoscenza che la società è un organismo in cui, in virtù della divisione del lavoro, tutti sono mutamenti interdipendenti.

Marx


Marx: un’analisi storico- sociologico 

Il suo intento è quello di realizzare un'analisi globale della realtà e della storia che spazi dalla filosofia, all'economia, alla politica, dove però trovi spazio anche una precisa concezione della società.

Marx dice che prima di tutto la storia è un evento materiale, in cui attori sono gli uomini impiegati nella produzione dei beni necessari al soddisfacimento dei loro bisogni. Ogni epoca storica è caratterizzata da un determinato livello di sviluppo di ciò che Marx chiama "forze produttive"; a ogni livello di sviluppo corrisponde una precisa configurazione della società, al cui interno gli individui occupano posizioni diverse, determinate dal rapporto che intrattengono con la proprietà dei mezzi di produzione.
La divisione della società in classi è sempre esistita. Marx dichiara che la "storia di ogni società finora esistita è storia di lotte di classi".
Karl Marx ( 1818 - 1883)
Karl Marx ( 1818 – 1883)

a) le classi dominanti e il dominio sulle idee

La classe dominante esercita il suo potere anche sulle classi che circolano nella società in cui opera, perchè essa dispone  degli strumenti per affermare la propria concezione della realtà.
La visione del mondo elaborata dalla classe dominante è una "prigionia" della posizione sociale occupata da questa classe e degli interessi che le sono connessi, e quindi non può essere obiettiva.
Marx chiama ideologia questa rappresentazione falsata della realtà, elaborata dai membri di una certa classe sociale per difendere i propri interessi e il proprio operato, ma presentata nella forma mistificatoria di una verità oggettiva e condivisibile. Il rovesciamento del dominio capitalista presuppone lo smascheramento dell'ideologia borghese e l'acquisizione da parte della classe operaia di una piena consapevolezza di se e della propria condizione di sfruttamento.

La riflessione di Marx mette in luce: la tendenza degli uomini a elaborare una visione della realtà condizionata dalla loro posizione sociale e dagli interessi a essa connessi.

I padri fondatori

Comte: inventore della sociologia 

Comte viene considerato il padre del Positivismo e della sociologia. Lui ritine che l'umanità sia giunta al momento dell'affermazione dello spirito scientifico, definito positivismo.  Per spiegare, lui enuncia la "legge dei tre stadi" facendo riferimento alla conoscenza umana e al suo tentativo di spiegare la realtà fisica e sociale. Secondo questa legge, il cammino della conoscenza prende le mosse da uno stadio"teologico", dove i fenomeni naturali e sociali vengono spiegati come il prodotto diretto dell'azione divina. Esiste un secondo stadio, "metafisico", dove prevale la tendenza a sostituire gli dei con entità a stratte. Come ultimo stadio, quello positivo, secondo Comte l'umanità è giunta, l'uomo previene a una conoscenza scientifica dei fenomeni, libera da influenze mitico-religiose.

Conoscere scientificamente gli eventi significa sottoporre a osservazione i fenomeni, individuare tra essi relazioni costanti e per concludere formulare una legge.

-La sociologia come fisica sociale

Comte si rende conto che lo stadio positivo viene raggiunto da poche discipline, come matematica e fisica. Invece fatica ad affermarsi nella comprensione dei fatti storico-sociali.
Sociologia= studio scientifico dei fenomeni e dei processi sociali, mirato a coglierne la realtà nel mondo più obiettivo possibile, al di la delle inevitabili distorsioni dell’esperienza quotidiana. 

La sociologia rappresenta la conoscenza positiva dei fatti sociali. Essa viene definita anche fisica sociale, suddivisa in due:
  • statica sociale (chiarire la struttura del sistema sociale) 
  • dinamica sociale
Secondo Comte, la fisica sociale potrà consentire a politici e legislatori di pianificare scientificamente la loro attività e di ri-organzzare su base su base razionale la società. Il dominio intellettuale e sociale della scienza permette di unire il genere umano sulla base di valori comuni e condivisi. Comte, verso la fine della sua vita, arriva ad annunciare l'avvento di una nuova religione "laica", in cui l'Umanità sarà il nuovo "essere supremo”.



Dalla comunità alla società


Peter Berger afferma che prima della nascita della sociologia, la stessa idea dell'esistenza della società era tutt'altro che ovvia. Lui intende dire che la sociologia ha potuto nascere e affermarsi solo quando le modalità di aggregazione e di intersezioni tra gli esseri umani hanno assunto le caratteristiche tipiche che noi oggi ascriviamo al concetto di società.
Ferdinand Tonnies, autore di comunità e società. Con questi due termini designa le due modalità possibili di aggregazione sociale.

Secondo Tonnies, la comunità è caratterizzata da dimensioni contenute, da relazioni fequenti e significative tra i membri, da un comune modo di sentire di tutti coloro che vi appartengono. La famiglia, è il tipo paradigmatico di tale forma sociale, ma non certamente l'unico; essa si realizza anche nel villaggio o nella piccola città dove non sono ancora possibili rapporti di amicizia e di vicinato tra persona e dove le tradizioni, le culture vissute come pratica collettiva orientano spontaneamente la vita delle persone.
Nella comunità il lavoro e il possesso sono comuni, ognuno contribuisce alla parte che gli compete, inoltre non esiste la pratica del contatto.
Secondo lui, la società si forma quando gli aggregati umani diventano più vasti e gli individui vivono uno di fianco all'altro, senza alcun legame organico che li unisca. All'interno della società le relazioni tra le persone sono di tipo utliltaristico, basate sulla reciprocità degli interessi.

Se nella comunità, Tonnis afferma che gli uomini sono uniti a dispetto di tutte le differenze; nella società essi restano irrimediabilmente distinti malgrado l'uguaglianza sancita dalla legge.

martedì 17 marzo 2020

Per fissare i concetti a pagina 296:
1)
August Comte individua la "legge dei tre stadi". Il primo è lo stadio teologico, in cui i fenomeni naturali e storico-sociali concepiti come frutti dell'azione divina, é il prodotto diretto dell'azione divina. Nel seguente stadio metafisico, prevale imvci la tendenza a sostituire gli dei con entità astratte. Infine nello stadio positivo quello a cui, secondo Comte; l'umanità è giunta, l'uomo perviene a una conoscenza scientifica dei fenomeni.
2)
 L'importanza di Marx per la sociologia è stata la tendenza degli uomini a elaborare una visione della realtà condizionata della loro posizione sociale e dagli interessi a essa connessi.
3)
Durkheim parla di "dimensione sociale" del suicidio nel senso che secondo lui il suicidio accade quando la società non è riuscita a sostenere le condizione dell'individuo. Individua 3 condizioni fondamentali:
- quando lintergrazione sociale è debole (suicidio egoistico)
-quando individua fatica a trovare la propria identità (suicidio altruistico)
- quando viene meni il potere morale della società di disciplinare le passioni dell'individuo (suicidio anomico)
4)
 Per Weber lo studio dei fenomeni sociali come prodotto dell’agire umano non implicano la rinuncia al compito di ogni conoscenza scientifica. Le scienze naturali ricorrono alle leggi universali per spiegare i singoli fenomeni mentre le scienze umane ricorrono ai cosiddetti ‘tipi ideali’ che sono dei modelli interpretativi generali che vengono elaborati selezionando determinati aspetti di questa realtà. Il tipo ideale è un modello di riferimento in cui vengono inquadrati i singoli casi, che servono allo studioso per la comprensione del fenomeno. Il tipo ideale viene anche utilizzato per classificare le azioni sociali.

5)
Weber interpreta il cambiamento nella società occidentale con il concetto di razionalizzazione, con la quale spiega che l’uomo capisce che tutte le cose possono essere dominate dalla ragione. Questo processo viene accompagnato dal disincantamento del mondo cioè, gli uomini credono meno alla magia e alla religione, quindi trasformando la realtà in dati comprensibili e manipolaboli.

6)Pareto, sociologo italiano diede un grosso contributo allo sviluppo della sociologia. Nel 1916 pubblicò la sua opera Trattato di sociologia generale, nel quale afferma che la sociologia non è una disciplina specifica ma un corpus di concetti e dottrine che riguardano, la società, la morale, il diritto. Il fulcro è l’agire umano. 

7)Secondo Park i fenomeni sociali devono essere compresi in relazione ai meccanismi di competizione, selezione e adattamento che biologicamente sono alla base delle relazioni fra organismi. Si tratta di ‘ecologia umana’.
Park ritiene che anche la città debba essere studiata in questo modo, perché anche nella città gli uomini vivono una sorta di competizione per lo spazio che può dare vita a una collaborazione tra individui, ma generalmente crea un mosaico di piccoli mondi sociali che si toccano, ma non si fondono.

8) Park riconosce nell’urbanizzazione nuove realtà che hanno creato nuovi ‘tipi’ di umani e di dinamiche razionali, per esempio la divisione del lavoro ha creato nuove figure professionali.

Secondo Park l’ampiezza della popolazione in una città comporta una grande eterogeneità e l’affermarsi di condotte anticonformiste che in una società più piccola avrebbero subito una disapprovazione sociale. In una grande città invece si possono trovare individui affini che rafforzano i comportamenti e le scelte.
P

domenica 15 marzo 2020

Alle origini della sociologia

Una scienza giovane e moderna 

Ad occuparsi del tema della sociologia ci sono stati anche altri pensatori dell'età antica, medievale e moderna, come per esempio Macchiavelli, Montesquieu. Si tratta di riflessioni marginali condotte all'interno di quadri teorici che non erano ancora finalizzati in modo specifico all'analisi della società.
 A partire dalla metà del XIX secolo, il sapere sociologico si costituisce come branca scientifica autonoma. In questo periodo vengono costruite le prime cattedre universitarie della nuova disciplina e nascono anche le prime riviste specifiche: "l'american journal of sociology".
A Chicago, nel 1892 è nato il primo dipartimento di sociologia nella storia dell'università americana, e si afferma anche un'illustre scuola di pensiero e di ricerca, denominata "scuola di Chicago", che ha formato numerosi studiosi come Robert Park.

Una scienza figlia di mutamento 


Il sapere sociologico costituisce la risposta intellettuale alle grandi trasformazioni tra il XVII e XIX secolo, investirono la civiltà  occidentale. Per certi aspetti, gli sviluppi della sociologia possono essere letti come una sorta di "autocoscienza" della modernità, ovvero come la società occidentale cercò di rappresentare se stessa dopo le tre grandi rivoluzioni che ne avevano scosso le fondamenta in ambito culturale, politico, economico. Che sono la Rivoluzione scientifica, la Rivoluzione francese e la Rivoluzione industriale. 

Rivoluzione scientifica 
Con questa espressione la storiografia denomina il movimento di idee del 600, grazie a studiosi come Copernico, Keplero, Galilei e Newton, modificò l'immagine del mondo fisico tramandata dalla cultura antica, decretando l'abbandono della cosmologia geocentrico aristotelico-tolemaica e inaugurando una nuova prospettiva quantitativa e meccanistica per interpretare l'universo. Si ha anche una nuova percezione del mondo e dell’uomo. In quanto aprì implicitamente la strada all’applicazione alla realtà umana dei principi utilizzati per indagare il mondo della natura 




Rivoluzione francese 
Anonymous - Prise de la Bastille.jpg decretò la fine non solo di un assetto politico-sociale, ma di ogni tentativo di legittimazione dell'ordine sociale fondato sull'autorità e sulla tradizione.  Valori come l'uguaglianza dei cittadini, la libertà di opinione e di espressione, la superiorità assoluta della legge, sono affermati nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadini, costituiscono il fondamento non solo delle attuali legislazioni degli Stati democratici, ma anche della nostra percezione quotidiana della convivenza civile, delle sue norme, delle sue funzioni e del suo valore.




Rivoluzione industriale 
determinò la fine di un sistema produttivo secolare, ma anche mutamenti profondi nella struttura della società: ovvero, si creano nuove classi e nuove forme di stratificazione sociale; si modificano i tradizionali legami sociali; vengono stravolte consolidate modalità di vita e di interpretazione tra le persone.  La rivoluzione industriale obbligò la cultura a ripensare su nuove basi il problema della convivenza civile.

L'oggettività della sociologia


Una delle nazioni che colleghiamo al concetto di sociologia è quella di "oggettività". Oggettivo, nella nostra considerazione è ciò che è opposto a "soggettivo", a sua volta inteso come individuale, personale o dipendente dal punto di vista di chi giudica.

Pubblicità e controllabilità dei risultati 

Il criterio che determina l’oggettività- e quindi la scientificità- di una conoscenza o di un complesso di conoscenze è dunque il carattere pubblico e controllabile dei risultati ottenuti.

La soggettività del ricercatore

La peculiarità dei fenomeni oggetto alla ricerca sociale rischia di coinvolgere  comunque valori e orientamenti culturali del ricercatore, introducendo così un potenziale elemento di "soggettività" nell'edificio della ricerca. Ad esempio, se io decido di fare un'inchiesta sulla pratica religiosa, sicuramente avrò delle convinzioni personali a riguardo, che mi porteranno ad interpretare e utilizzare in un certo modo i dati della mia ricerca. Quindi, la soggettività del ricercatore è ineliminabile, ma è anche ciò che da alla ricerca uno spessore scientifico umanamente significativo.

La disciplina dell’avalutatività 


 C’è un momento però in cui la soggettività del ricercatore deve farsi da parte, e questo punto è il giudizio sui fenomeni oggetto di studio. E necessario comprendere l'agire umano in base al significato conferitogli dal soggetto che agisce comporta infatti che il ricercatore metta da parte i propri giudizi personali e si sforzi di separare la descrizione dei fenomeni sociali dalla loro valutazione.

L'elaborazione teorica in sociologia

Per intraprendere una ricerca occorre dunque avere una teoria generale su ciò che si intende studiare, che guidi nella selezione di ciò che è significativo e importante prendere in esame. A questo si riferisce sostanzialmente il concetto di "momento teorico" in sociologia, precedente la raccolta dei dati empirici.

I paradigmi scientifici 

In sociologia esiste uno stadio preliminare alla stessa elaborazione teorica, ovvero una prospettiva particolare di un quadro generale di sfondo entro il quale collocare teorie e dati.
Il filosofo Thomas Kuhn ha chiamato paradigmi questi quadri di sfondo.

Secondo lui, la storia di una scienza non procede per semplice accumulazione di nuove conoscenze, ma anche per mutamenti di paradigma che la comunità scientifica effettua periodicamente, quando nel procedere, si imbatte in problemi che non hanno soluzione.

I paradigmi in sociologia 

I due principali paradigmi antagonisti, a cui possiamo ricondurre le diverse teorie sociologiche sono:

- il paradigma della struttura
- il paradigma dell'azione

Secondo il paradigma della struttura la "società" è un meccanismo dotato di leggi proprie che funzionano in modo indipendente dalle azioni e dalle scelte degli individui che lo compongono. Questo paradigma risale ad Auguste Comte, a Emile Durkheim e Karl Marx.

Chi invece sostiene il paradigma dell'azione, ritiene che la società, con le sue norme e usanze, sia il prodotto delle azioni e delle interazioni tra individui, che ripetute continuamente si cristallizzano fino a diventare forme di vita istituzionalizzate. L'idea della sociologia come studio scientifico dell'agire sociale è stata sostenuta per la prima volta da Max Weber.

Una scienza della società

Scienza della società e scienza della natura

L'opinione comune solitamente, attribuisce valore di "scienza" alle discipline fisico-matematiche, collegando a esse una serie di operazioni che di solito associamo al lavoro dello scienziato: osservazione, verifica, elaborazione di teorie, previsione e controllo dei fenomeni.

Il modello di Comte...

Nelle intenzioni di Comte, elaborare una "scienza della scienza" aveva un significato ben preciso. Lui riteneva che l'umanità fosse giunta a un momento cruciale della storia, caratterizzato dall'affermazione della mentalità scientifica in ogni ambito del sapere e della cultura. Secondo Comte, il compito della sociologia consisteva nell'applicare ai fenomeni sociali le procedure di tipo empirico già collaudate sulla natura. Lo scopo della ricerca doveva essere quello di cogliere le leggi generali che governavano la vita sociale, al fine di prevedere i futuri svolgimenti per utilizzarli a vantaggio della comunità.

e i suoi limiti

Questo modello rivelò ben presto i suoi punti deboli. L’idea che lo scienziato possa andare in cerca di regole immutabili e non suscettibili di correzione, risulta poco plausibile anche nell'ambito delle scienze naturali. Inoltre paragonare la sociologia a discipline fisico-matematiche appare improprio sotto diversi aspetti.

- gli esseri umani non sono molecole o corpi celesti, per i quali si può supporre una sicura costanza di comportamento e un totale controllo delle condizioni che ne consentono l'osservazione e la riproduzione in situazioni sperimentali.

- gli esseri umani sono dotati della capacità di attribuire significati e scopi al loro agire


Il valore conoscitivo del sapere sociologico 

La scienza è una conoscenza basata su:
  • metodi di indagine empirici e sistematici
  • uso consapevole di modelli teorici
  • pubblicità e controllabilità dei risultati ottenuti

La sociologia è una scienza empirica, basata sulla necessità di verificare direttamente la bontà e la plausibilità di un'idea o di un'opinione. La capacità della sociologia consiste nel "spiazzare" il senso comune, mostrando come le idee che le persone si formano sulla realtà sociale siano spesso empiricamente infondate.
Le concezioni sulla società nel senso comune rappresentano spesso l'esito di un uso frettoloso e superficiale dell'induzione, ovvero un procedimento logico grazie al quale ricaviamo da casi ed esperienze particolari affermazioni e conclusioni di carattere generale.
I giudizi per essere valutati in termini di verità e falsità devono venire sottoposti a controllo empirico. Senza queste verifiche si corre il rischio di assumere una parte come rappresentanza del tutto e di pensare erroneamente che singoli esempi empiricamente riscontranti siano sufficienti per confermare la bontà di un'affermazione.

Domande

P. 324 1. Quale impostazione “classica condividono le socologie comprendenti?  L'espressione sociologie comprendenti risale a Max Web...