mercoledì 1 gennaio 2020

Dalla cultura orale ai media 

Le culture che non conoscono la scrittura sono definite dagli studiosi culture a oralità primaria .
La memoria gioca un ruolo centrale e per facilitarlo, il pensiero viene espresso mediante formule standard, frasi fatte, proverbi, massime. 
Nelle culture a oralità primaria, la comunicazione interpersonale avviene essenzialmente faccia a faccia, e ciò influisce sul valore sociale delle relazioni interpersonali dirette. 
Il significato delle parole non è rigidamente fissato perché puro cambiare a seconda della situazione.
Limiti della comunicazione orale:
-non è persistente 
-non supera una certa distanza spaziale 
-coinvolge un numero modesto di persone 

Media; nome che accomuna tutte le tecnologie della comunicazione capaci di superare i limiti della comunicazione orale faccia a faccia; storicamente il primo medium è stato la scrittura.

L’invenzione della scrittura e la cultura chirografica 

Il primo sistema di scrittura, fu inventata all’incirca nel 3500 a.C. dai Sumeri è chiamato ‘cuneiforme’, dal momento che era composto da caratteri a forma di cuneo incisi du tavolette di argilla.
Varie fasi dello sviluppo della scrittura presso i Sumeri:
-pittogrammi, che erano disegni stilizzati degli oggetti a cui si voleva riferire 
-ideogrammi, cioè alle rappresentazioni simboliche delle idee 
-fonogrammi, ovvero segno rappresentanti suoni 

L’alfabeto fenicio può essere considerato l’antenato dell’alfabeto greco, comprendente 25 segni, distinti tra vocali e consonanti. 
Con l’invenzione della scrittura ebbe inizio la cosiddetta cultura chirogrifica o manoscritta , che si impose sulla cultura orale. 


L’invenzione della stampa e la cultura tipografica 

Johann Gutenberg (1395-1468) inventa la stampa a caratteri mobili, che ebbe conseguenze sociali e culturali rilevantissime. 
Da privilegio riservato a pochi, il libro divenne un’oggetto molto diffuso, capace di entrare anche nelle case delle famiglie di media condizione sociale, purché vi abitasse almeno una persona in grado di leggere, grazie al costo minore dei libri e alla migliore leggibilità dei caratteri. 

Durante la Riforma protestante Lutero, Melantone e Calvino promossero l’alfabetizzazione del popolo con la creazione di scuole aperte a tutti. 

Caratteristiche della cultura tipografica: 
I libri, prima della stampa, erano copiati a mano. Il testo era era quindi soggetto a modifiche e interpolazioni dovute alla mano del copista. Invece la pagina stampata si presentava chiara e ben leggibile; il testo era riportato nella visione definitiva, approvata dall’autore o dal curatore, e poteva essere riprodotto in un numero illimitato di copie
-diritti d’autore 

Le lingue più favorite furono quelle nazionali degli Stati economicamente e politicamente. 

Dai media ai mass media, ai new media 

I mass media sono mezzi di comunicazione cartacei o elettronici che, a differenza dei semplici media, si rivolgono a un grande numero di utenti. Possono essere considerati come uno sviluppo dei media. 
Il termine ‘medium’ riferito all’universo della comunicazione designa ogni strumento o tecnologia che permette di superare i limiti della comunicazione orale, o a faccia a faccia. 
“il messaggio ha potuto viaggiare più velocemente del messaggero”, in questa prospettiva, l’invenzione che ha aperto la strada alla civiltà dei mass media, o alla ‘cultura dei media elettrici’, è stata quella del telegrafo elettrico, avvenuta nel 1836 a opera dello statunitense Samuel Morse. 

Grazie alla possibilita di sganciare le informazioni dai suoi supporti materiali era finalmente possibile comunicare in tempo reale anche attraverso grandi distanze.  

Come in un villaggio 

McLuhan stabilisce un legamento tra gli uomini contemporanei e gli abitanti dei villaggi primitivi perché entrambi vivono in comunità tenute insieme da legami fondati sull’emotività più che sulla ragione. 
Il villaggio globale è una comunità grande quanto il nostro pianeta, in cui gli uomini abitano virtualmente in più luoghi e vivono più vite per effetto dei media elettronici.  
Secondo McLuhan, oralità secondaria, espressione con la quale si indica il ritorno, nella nostra civiltà, a una forma di cultura orale, dovuta all’avvento di media come il telefono, la radio e la televisione, che hanno favorito un parziale attenuarsi del predominio della scrittura. 

Presi… nella rete!

New media; mass media di ultima generazione incentrati sull’uso del computer e delle sue applicazioni

Internet fu inventata negli anni Sessanta del Novecento negli ambienti militari statunitensi, allo scopo di far circolare le informazioni in modo sicuro e proteggerle dagli attacchi nemici. 

La dimensione culturale della malattia 


Particolarmente interessante è lo studio etnologico delle Mattie mentali condotto dall’etnopsichiatria, un area disciplinare che studia i disturbi psicologici nelle diverse culture, analizzando anche il ruolo del contesto culturale nelle manifestazione dei sintomi, cercando di capire in che modo il disturbo è interpretato nelle società in cui si presenta e domandandosi se i metodi di cura praticati in determinate culture sono efficaci ed esportabile presso popolazioni differenti.
Disturbi etnici sono patologie del comportamento che compaiono presto una popolazione e non trovano riscontro in altre culture. Esempio: l’amok, il latah, il windibo e la sindrome del cane pazzo
L’amok ha inizio quando un uomo si ritiene gravemente offeso e prosegue con un suo periodo di isolamento.
Il latah, un disturbo caratterizzato dalla ripetizione automatica di parole, discorsi e azioni fatti da altri.

Il windibo è il timore panico di trasformarsi in un windibo, gigantesco spirito cannibale fatto di ghiaccio 

Il racconto mitico

I miti sono narrazioni che esprimono in un linguaggio fantasioso e ricco temi fondamentali, come l’origine del mondo, la nascita degli dei, i rapporti degli uomini tra di loro e con altri esseri viventi. 
Nelle culture tribali il mito aveva funzioni sociali molto importanti perché serviva a organizzare il tempo e a definire il rapporto tra passato e presente. 
Claude Levi-Strauss: ‘il mito è una storia dei tempi mi cui gli uomini e gli animali non erano ancora distinti’

Levi-Strauss: la “grammatica” dei miti

All’analisi dei miti ha dedicato il ciclo delle Mitologiche che comprende 4 volumi. Nei titoli di questi volumi c’è un richiamo al passaggio della natura (il crudo, il miele, la nudità) alla coltura (la cottura, le ceneri, le buone maniere).

Egli preferisce considerare il mito in se stesso e porlo in relazione con altri miti allo scopo di individuare una sorta di grammatica sottesa ai racconti. 
Mitemi: nell’analisi strutturale dei miti di Levi-Strauss, nuclei narrativi di base presenti in moltissimi racconti. (il primo punto fermo)

Il secondo punto fermo è il modo in cui i nuclei narrativi si combinano tra loro nello sviluppo della storia: possono contrapporsi, essere complementari, analoghi, apparire, sparire, alternarsi. 

Domande

P. 324 1. Quale impostazione “classica condividono le socologie comprendenti?  L'espressione sociologie comprendenti risale a Max Web...