lunedì 20 aprile 2020

Merton: il funzionalismo critico

Merton afferma che il sociologo deve costruire "teorie a medio raggio", che possono mettersi in posizione intermedia tra la pura e semplice descrizione dei dati empirici raccolti e la generalizzazione troppo astratta. Secondo Merton bisogna rivedere l'impostazione funzionalista, mettendone in discussione i 3 postulati fondamentali:

  • il "postulato dell'unità funzionale", secondo il quale tutti gli elementi di un dato assetto sociale cooperano alla sopravvivenza dello stesso. Questo postulato è applicabile agevolmente alle società semplici studiate dagli antropologi, ma difficilmente si può verificare negli aspetti sociali più complessi, in cui coesistono realtà eterogenee e dove spesso ciò che è funzionale per un determinato gruppo o soggetto sociale non lo è per altri.
  • il "postulato del funzionalismo universale", connesso al precedente, secondo il quale l'esistenza di una determinata realtà o pratica consolidata è di per se sufficiente a ipotizzarne una funzione e un'utilità sociale. Questo ragionamento è smentito dalla realtà. 
  • il "postulato dell'indispensabilità funzionale", quindi esisterebbe una sorta di "corrispondenza biunivoca" tra gli imperativi funzionali del sistema e le istituzioni che a essi rispondono. Secondo Merton, può accadere che una certa esigenza della società sia soddisfatta per mezzo di strutture e organismi diversi.  Ma può capitare il contrario, che all'interno dell'assetto sociale uno uno stesso elemento svolga contemporaneamente più funzioni. Merton introduce in questo modo la distinzione tra "funzioni manifeste" e "funzioni latenti" delle istituzioni.


Può anche capitare che uno stesso elemento svolga contemporaneamente più funzioni, anche se non espressamente dichiarate o totalmente presenti alla consapevolezza dei membri della società.

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