venerdì 8 maggio 2020

Domande

P. 324

1. Quale impostazione “classica condividono le socologie comprendenti?
 L'espressione sociologie comprendenti risale a Max Weber. Esse condividono l'impostazione weberiana che vede l'azione sociale come oggetto proprio dell'indagine sociologica, e tendono ad indirizzare le loro analisi verso microrealtà sociali, ovvero verso fenomeni sociali di grandezza ridotta.

2. A chi si deve l’espressione “interazionismo simbolico” e a che cosa allude?
 L'espressione interazionismo simbolico è stata introdotta da Herbert Blumer che ha definito gli assunti chiave della prospettiva interazionismo in sociologia:
- gli esseri umani si comportano in base ai significati che le cose hanno per loro 
- Questi significati sono il frutto di un processo di interpretazione che si sviluppa nel corso dell'interazione tra le persone 

3. In che cosa consiste l’aproccio drammaturgico di Goffman? 
 L'approccio drammaturgico di Erving Goffman fa anche parte delle sociologie comprendenti. Nella sua opera La vita quotidiana come rappresentazione, egli paragona la vita sociale a un palcoscenico teatrale e paragona gli individui agli attori. Come in un teatro nella realtà ci sono i retroscena, o gli spazi privati, nei quali gli attori possono assumere comportamenti contraddittori con il ruolo che hanno di fronte al pubblico.  

4. Che cosa sono le tipizzazioni di cui parla Schultz?  
Schutz identifica l'oggetto della sociologia con la sfera della vita quotidiana, fatta da routine che il senso comune da per scontate, ma che in realtà sono esperibili solo sulla base di preesistenti elaborazioni concettuali, definite tipizzazioni. Il mondo in cui viviamo è fatto di realtà "tipizzate" che variano da un contesto all'altro, ma anche in base al significato che assumono nel contesto e a seconda dell'interesse che abbiamo nei loro confronti.

Le sociologie comprendenti

Nell'espressione sociologia comprendente sono comprese tutte quelle sociologie che si ispirano a Max Weber, al quale risale la stessa espressione.
Le sociologie comprendenti vedono l'azione sociale come oggetto proprio dell'indagine sociologica e tendono a indirizzare le loro analisi verso fenomeni sociali di grandezza ridotta, come le interazioni quotidiane fra gli individui.

L'interazionismo simbolico
La parte più significativa delle sociologie comprendenti è quella dell'interno internazionismo simbolico.  L'espressione interazionismo simbolico si deve al sociologo statunitense Herbert Blumer che ha definito con precisione gli assunti chiave della prospettiva interazionismo in sociologia:
- gli esseri umani si comportano in base ai significati che le cose hanno per loro
 - Questi significati sono il frutto di un processo di interpretazione che si sviluppa nel corso dell'interazione tra le persone 
L'interazionismo sottolinea il carattere simbolico della società, un insieme di realtà che hanno un valore diverso, il quale dipende dal valore che gli conferisce l'individuo. Anche le istituzioni esistono solo a partire da alcune azioni sociali e dalle interazioni individuali. Questa corrente sociologica ha indirizzato l'analisi dei sociologici a un approccio "dall'interno" della vita quotidiana delle persone.
L'approccio drammaturgico: Goffman 
Tra le sociologie comprendenti c'è anche l'approccio drammaturgico introdotto da Goffman. In una delle sue opere lui paragona vita sociale ad un palcoscenico teatrale, dove gli individui sono destinati a recitare delle parti e ad interpretare i ruoli diversi. Inoltre c'è anche il retroscena dove gli individui che recitano una parte assumono un comportamento diverso dietro al pubblico.La recitazione coinvolge anche gruppi e categorie sociali, non solo gli individui.Tutta la vita sociale è una rappresentazione che i gruppi sociali mettono in scena di fronte ad altri gruppi, ci sono quindi i gruppi di performance, che comprendono gli recita la parte e igruppi di audience che comprendono chi assiste all'esibizione. L'importante è che i gruppi di audience sono accedano alle situazioni di retroscena.
La prospettiva fenomenologica
Tra le sociologie comprendenti, c'è anche la fenomenologia che è stata introdotta in campo filosofico da Edmund Husserl e in campo sociologico da Alfred Schutz. In una delle sue opere identifica l'oggetto della sociologia con la sfera della vita quotidiana, fatta da routine che il senso comune dà per scontate ma che in realtà sono esperibili solo sulla base di preesistenti elaborazione concettuali, definite da lui "tipizzazioni". Il mondo in cui viviamo è quindi fatto di realtà "tipizzate" che variano da un contesto all'altro e possono assumere un significato diverso in base al contesto e a seconda del particolare interesse che abbiamo noi nei loro confronti. Schulz parla "di provincia è finite di significato".  Sono province, ad esempio il mondo della scienza, dell'arte, dei bambini. Sono tutti i mondi in grado di dare significato diverso a uno stesso oggetto.
Il compito del sociologo è dunque quello di indagare la realtà sociale come una pluralità insieme di conoscenze che soggetti appartenenti a uno stesso ambito condividono e accettano cercando di capirne nozioni regole.


Le sociologie di ispirazione MArxista

Louis Althusser approfondisce la nozione marxiana di "ideologia" analizzando soprattutto gli apparati sociali di cui gli stati si servono per rafforzare e conservare quelle ideologie che sono funzionali ai rapporti di dominio esistenti. Questi apparati secondo lui sono: la scuola, le chiese, il sistema dei media, le istituzioni culturali in generale, e queste strutture vengono chiamate da lui apparati ideologici di Stato.
Le sue teorie hanno avuto una certa importanza negli anni Settanta del Novecento, stimolando una serie di ricerche empiriche sui temi da lui suggeriti come per esempio sul rapporto tra scuola e conservazione delle disuguaglianze sociali.

Le sociologie Critiche Statunitensi


All'interno delle teorie del conflitto possiamo trovare anche cosiddette "sociologie critiche" nordamericane che spesso sono nate come una risposta alla tendenza dell'opinione pubblica statunitense a rappresentare in termini idealizzati la propria realtà sociale. Con questo si indicano gli studi sulla società statunitense condotti da diversi autori in un arco di tempo che va dal periodo della grande depressione fino alla fine degli anni 50, volti a demistificare l'immagine idealizzata che gli Stati Uniti davano di sè  all'opinione pubblica mondiale: ovvero quella di un paese libero e democratico in grado di offrire a ognuno opportunità di crescita di realizzazione.
I sociologi convinti di una realtà ben diversa cercano degli elementi di criticità.

Gli studi dei Lynd


Nel 1929 Robert Lynd scrive un libro, raccogliendo i dati, essi mostrano come la vita sociale in tutte le sue forme era manipolata in funzione degli interessi economici dominanti e come era evidente il contrasto fra la vita dei ceti benestanti e quella delle fasce sociali più povere.
C'è anche un altro studioso che si chiama David Riesman che, nel 1948 ha pubblicato un libro in cui tratteggia quello che ,a suo giudizio, è il tipo umano prevalente nella moderna società occidentale: l'individuo eterodiretto, affrancato dal potere della tradizione e del passato ma incapace di autodeterminarsi liberamente, perché massificato, spersonalizzato, bersaglio dei messaggi dei mezzi di comunicazione e inadatto a relazionarsi agli altri se non nella forma dell'"agglomerazione" implicata dalle pratiche del consumo.

L'analisi di Wright Mills

In seguito un altro sociologo è Charles Wright Mills che nella sua opera offre un quadro disincantato della società statunitense, denominata dal potere dei grandi gruppi finanziari e militari e industriali, che dettano legge della stessa politica. In un'altra opera, l'oggetto dell'analisi dell'autore è la classe media americana, così chiamata in opposizione "colletti blu" , cioè ai membri della classe operaia. Si tratta di un certo in netta espansione, incapace secondo lo studioso, di produrre autonomamente idee, creatività, progettualità e quindi gli individui che vi appartengono non hanno altra cultura se non quella della società di massa che gli ha modellati e li manipola per fini a essi estrani, cullandoli nell'illusione di un benessere o di un prestigio sociale che in realtà non possedevano.

La scuola di Francoforte

Si indica un gruppo di intellettuali che a partire dal 1929 si raccolsero intorno a Max Horkheimer. Due intellettuali che spiccarono sono: Teodoor Adorno e Herbert Marcuse. 
Gli autori della scuola di Francoforte elaborano una lucida analisi della civiltà industriale avanzata nella quale ,a loro giudizio, nascono nuove e più sottili pratiche di controllo sociale, occultate da quei miti diffusi della democrazia e del benessere con cui il sistema  capitalistico si assicura la sopravvivenza e la riproduzione.
 Ne l'uomo a una dimensione di Marcuse, la società occidentale viene rappresentata come una confortevole ragionevole democrazia, orgogliosa di aver sconfitto il bisogno grazie al progresso economico e tecnologico, che però appiattisce l'uomo alla pura dimensione di consumatore, euforico e ottuso, la libertà è solo rappresentata dalla possibilità di scegliere tra prodotti diversi. Si tratta di una libertà per altro fittizia, giàcche i bisogni che spingono l'individuo a desiderare e a scegliere un bene sono in realtà indotti, cioè provocati ad arte dal sistema produttivo per garantire la propria sopravvivenza. Abbagliato da questi falsi bisogni, lui insegue beni che perpetuano in realtà la sua infelicità; è quindi spinto a lavorare fino all'istupidimento per l'ossessione di produrre, e anche nella dimensione apparentemente più private personale, quella del tempo libero, egli è manipolato da forze estranee: infatti si rilassa e si diverte in accordo con gli imperativi del consumo.

martedì 28 aprile 2020

Le teorie del conflitto

Domande:
1) Qual è l'assunto di base delle teorie del conflitto?
Con questa espressione si fa riferimento alle prospettive sociologiche che sono molto spesso diverse tra loro, ma accomunate dalla tendenza a evidenziare la dimensione della conflittualità all'interno della società.
2) Che cosa sono gli apparati ideologici di Stato?
Gli apparati sono la scuola, la chiesa, il sistema dei media, le istituzioni culturali in genere, e questi affiancano gli strumenti di repressione del dissenso di cui lo Stato dispone al fine di tramandare le norme e i valori su cui la società si regge, e quindi garantire la sopravvivenza delle strutture socio-economiche che ne sono il fondamento.
3) In opposizione a quale tendenza nascono le sociologie critiche statunitensi?
Nelle teorie del conflitto fanno parte anche le sociologie critiche nord-americane, spesso nate come una risposta alla tendenza dell'opinione pubblica statunitense a rappresentare in termini idealizzati la propria realtà sociale.
4) In che cosa consiste la prospettiva sociologica elaborata dalla scuola di Francoforte?

Si indica un gruppo di intellettuali che, dal 1929 si raccolsero intorno a Max Horkheimer. Gli autori della scuola di Francoforte elaborarono una lucida analisi della civiltà industriale avanzata, nella quale nascono nuove e più sottili pratiche di controllo sociale, occultate da quei miti diffusi della democrazia e del benessere con cui il sistema capitalistico si assicura la sopravvivenza e la riproduzione.

lunedì 20 aprile 2020

Merton: il funzionalismo critico

Merton afferma che il sociologo deve costruire "teorie a medio raggio", che possono mettersi in posizione intermedia tra la pura e semplice descrizione dei dati empirici raccolti e la generalizzazione troppo astratta. Secondo Merton bisogna rivedere l'impostazione funzionalista, mettendone in discussione i 3 postulati fondamentali:

  • il "postulato dell'unità funzionale", secondo il quale tutti gli elementi di un dato assetto sociale cooperano alla sopravvivenza dello stesso. Questo postulato è applicabile agevolmente alle società semplici studiate dagli antropologi, ma difficilmente si può verificare negli aspetti sociali più complessi, in cui coesistono realtà eterogenee e dove spesso ciò che è funzionale per un determinato gruppo o soggetto sociale non lo è per altri.
  • il "postulato del funzionalismo universale", connesso al precedente, secondo il quale l'esistenza di una determinata realtà o pratica consolidata è di per se sufficiente a ipotizzarne una funzione e un'utilità sociale. Questo ragionamento è smentito dalla realtà. 
  • il "postulato dell'indispensabilità funzionale", quindi esisterebbe una sorta di "corrispondenza biunivoca" tra gli imperativi funzionali del sistema e le istituzioni che a essi rispondono. Secondo Merton, può accadere che una certa esigenza della società sia soddisfatta per mezzo di strutture e organismi diversi.  Ma può capitare il contrario, che all'interno dell'assetto sociale uno uno stesso elemento svolga contemporaneamente più funzioni. Merton introduce in questo modo la distinzione tra "funzioni manifeste" e "funzioni latenti" delle istituzioni.


Può anche capitare che uno stesso elemento svolga contemporaneamente più funzioni, anche se non espressamente dichiarate o totalmente presenti alla consapevolezza dei membri della società.

Domande

P. 324 1. Quale impostazione “classica condividono le socologie comprendenti?  L'espressione sociologie comprendenti risale a Max Web...