domenica 15 marzo 2020

La società: di che cosa parliamo?

I termini del problema 

Il termine sociologia compare per la prima volta nel "Corso di filosofia", opera pubblicata da Auguste Comte. La sociologia è un discorso scientifico sulla società. Però la sociologia non è l'unica a parlare di "società", ma anche altre scienze sociali come la psicologia, e l'antropologia hanno come oggetto la società.
Ma, che cos'è propriamente la società? A quali condizioni un fenomeno può dirsi "sociale"? E quali sono gli ambiti specifici del discorso sociologico?

Le due facce della società 

Il termine società è utilizzato in contesti molteplici e differenti. Si parla di società "sportive", società "per azioni"; definiamo "di società" determinati giochi e passatempi ed "escluso dalla società" chi per vari motivi non gode della compagnia di altre persone.

Tutto si può ricondurre a due accezioni principali:

- da un lato "società" definisce un'associazione di più persone che si uniscono per proseguire scopi comuni
- dall’altro "società" indica qualcosa di più specifico, la particolare organizzazione che caratterizza una collettività in un dato punto dello spazio e/o del tempo.

Si può affermare che a queste due accezioni corrispondono due modi di intendere la "socialità" dell'essere umano, che è data dal senso e dal valore che la società ha per l’uomo:

- la società come destinazione propria dell'esistenza umana
- la società come appartenenza a un contesto sociale determinato


La società come destinazione: Aristotele e Hobbes

La socialità si identifica con la spinta associativa che induce l'uomo a unirsi con i suoi simili.

La società secondo Aristotele

Aristotele definisce l'uomo "animale sociale", ossia incapace di realizzare il bene e di conseguire la felicità al di fuori della comunità e dell'unione con altri individui. Per lui la società si forma grazie al progressivo ampliamento dell'istinto associativo, che spinge uomo e donna a mettersi assieme per formare una famiglia, per poi in più famiglie costruire un villaggio e infine più villaggi per costruire una polis.



La società secondo Hobbes


Lui considera l'uomo un essere fondamentale "asociale", che cerca l'associazione con altri individui solo perché spinto da motivazioni utilitaristiche, per trarre vantaggi e benefici personali.
Per lui la nascita della società è necessaria perché si identifica con il superamento del cosiddetto "stato di natura", ossia una situazione di rischio e di certezza che caratterizza la condizione umana quando l'individuo è abbandonato ai suoi istinti primitivi.
Hobbes sostiene che nello stato di natura non ci siano criteri certi di condotta, valori, norme. Ci sarebbe una lotta per la sopravvivenza, ed è così necessario l'approdo ad una nuova condizione, in cui la sottomissione cosciente di tutti alle norme garantisce a ciascuno la possibilità di condurre un'esistenza tranquilla e sicura.


Sociale o asociale?

Sia Aristotele sia Hobbes, riconoscono nella società la destinazione irrinunciabile dell'esperienza umana, o per istinto naturale o per drammatica necessità.
Nei due autori non c'è una "sociologia", ma un "antropologia", un discorso sul uomo e non sulla società. Entrambi assegnano all'uomo una "natura", un insieme di qualità e inclinazioni preesistenti a ogni influsso o inquadramento sociale, anche se poi divergono nel momento in cui passano a identificare le caratteristiche di una tale “natura”:

- Da una parte, Aristotele sostiene che l'uomo è "per natura" un animale sociale
- dall’altra, Hobbes afferma che l'uomo è "naturalmente" egoista, portato a cercare di ottenere dai propri simili solo vantaggi e benefici personali 

La società come appartenenza 

Il secondo significato della società umana è riferita all’appartenenza umana. 
L'esistenza umana non si svolge solo e genericamente "in società", ma "in una società determinata", all'interno della quale l'individuo compie le esperienze comuni a ogni essere umano. Ogni esperienza di cui l'uomo è protagonista avviene all'interno di un contesto di norme, di valori, di modelli di azione e di valutazione socialmente determinati.
E proprio la consapevolezza di questo aspetto a rappresentare la specificità della sociologia, lo "sguardo" particolare con cui il sociologo si rapporta al mondo umano e alla molteplicità delle situazioni in cui questo si articola.

















Nessun commento:

Posta un commento

Domande

P. 324 1. Quale impostazione “classica condividono le socologie comprendenti?  L'espressione sociologie comprendenti risale a Max Web...